Il Prof. Gavino Maciocco del Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Università degli Studi di Firenze affronta il tema della medicina di iniziativa contrapposta alla medicina di attesa nella pubblicazione "Dal paradigma dell'attesa a quello dell'iniziativa. La strada per costruire il secondo pilastro della sanità"(Ann. Ig. 2007; 19: 551-557). Di seguito il summary del lavoro.
"Il paradigma dell'attesa è quello tipico delle malattie acute: attesa di un evento su cui intervenire, su cui mobilitarsi per risolvere il problema. L'attesa è il paradigma classico del modello bio-medico di sanità, quello su cui da sempre si fonda la formazione universitaria, e non deve stupire che sia il paradigma dominante anche nell'ambito della medicina territoriale e delle cure primarie. La medicina di iniziativa è quella che meglio si adatta alla gestione delle cure primarie in generale e delle malattie croniche in particolare (comprese le malattie mentali e l'assistenza ai soggetti tossicodipendenti), dove l'assistenza è per la gran parte "estensiva" e caratterizzata dalla presa in carico a lungo termine, dove il valore aggiunto dei processi di cura è rappresentato dalla capacità di presidiare la continuità delle cure e dalla qualità delle relazioni che si stabiliscono tra servizio e utenti, tra terapeuta e paziente. Un quadro delle esperienze internazionali."
"Il paradigma dell'attesa è quello tipico delle malattie acute: attesa di un evento su cui intervenire, su cui mobilitarsi per risolvere il problema. L'attesa è il paradigma classico del modello bio-medico di sanità, quello su cui da sempre si fonda la formazione universitaria, e non deve stupire che sia il paradigma dominante anche nell'ambito della medicina territoriale e delle cure primarie. La medicina di iniziativa è quella che meglio si adatta alla gestione delle cure primarie in generale e delle malattie croniche in particolare (comprese le malattie mentali e l'assistenza ai soggetti tossicodipendenti), dove l'assistenza è per la gran parte "estensiva" e caratterizzata dalla presa in carico a lungo termine, dove il valore aggiunto dei processi di cura è rappresentato dalla capacità di presidiare la continuità delle cure e dalla qualità delle relazioni che si stabiliscono tra servizio e utenti, tra terapeuta e paziente. Un quadro delle esperienze internazionali."
Massimo Tilli
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