Ancora sul tema dell’attendibilità dei dati sui quali si fonda il paradigma della moderna medicina e del raffronto della Medicina Basata sulle Evidenze con la medicina omeopatica (per definizione in grossa difficoltà quando è chiamata a “dimostrare” secondo i canoni della scientificità la propria efficacia).
Invito alla lettura di un interessante saggio (“L’amara medicina” di Roberto Volpi, Edizioni Mondadori Febbraio 2008) nel quale l’autore, ben lungi dal formulare ipotesi o valutazioni sulla medicina omeopatica, analizza a fondo i temi della medicina preventiva, con particolare riferimento alle grandi campagne di screening. Sono veramente efficaci le dispendiose campagne preventive messe in atto dal Servizio Sanitario Nazionale?
L’attenta analisi di Volpi evidenzia come nonostante più della metà degli accertamenti diagnostici e delle visite siano effettuati su persone del tutto sane, la speranza di vita degli italiani sia cresciuta molto di più quando la sanità preventiva non esisteva.
Ciononostante, il sistema sanitario pubblico continua ad investire ingenti risorse in queste campagne e il mondo scientifico a supportarle con interventi talvolta non strettamente attinenti ai canoni della scientificità, dell’efficacia e della trasparenza.
Nel rimarcare come queste valutazioni non possano essere interpretate come rappresentative della totalità delle campagne preventive (che anzi in molti casi hanno ampiamente mostrato la propria efficacia), rimane la perplessità sulla facilità con la quale alle volte sia possibile ottenere la validazione scientifica e il via libero politico su iniziative scarsamente supportate da prove di efficacia.
Analoga apertura non è riscontrabile (e aggiungerei “per fortuna”) nei confronti delle pratiche mediche “non convenzionali” (tra le quali l’omeopatia) per le quali si esige opportunamente il massimo rigore scientifico.
A fronte però della difficoltà intrinseca nel metodo omeopatico di standardizzarsi sui comuni criteri di scientificità, potrebbe essere opportuno chiedersi se non esista la possibilità di contemplare ulteriori differenti vie di validazione. Tutto comunque e sempre ricercando il massimo rigore scientifico.
G. Di Leone
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